Ho paura di uscire di casa. L’idea che lei possa stare lì ad aspettarmi…
In macchina guardo lo specchietto, con il terrore di trovarmela dietro…
Ho disattivato la segreteria telefonica… Sono diventato diffidente,
ho paura di conoscere gente nuova…
Si chiama stalking, per gli addetti ai lavori. Per tutti gli altri è persecuzione. Subita a casa, sul luogo di lavoro, nel tempo libero. Di giorno e di notte. Con le lettere, telefonate, sms, appostamenti e pedinamenti. Con conseguenze devastanti su tutti i piani: psichico e fisico, lavorativo e sociale, familiare e personale. Un fenomeno che, per il peso che ha assunto e con cui si impone nella società, si è conquistato un nome da manuale ed è oggetto di studi specifici nei campi psicologico, sociale e giuridico. Dall’esperienza diretta di lavoro con persone che sono state vittime di persecuzioni, una raccolta di storie rappresentative di quella manifestazione patologica di emozioni e comportamenti che, nonostante sia così diffusa, è spesso taciuta e nascosta. Per vergogna, senso di impotenza, sconcerto, paura… La vittima subisce pensando che non c’è altro modo che far passare del tempo, il persecutore agisce convinto che nessuno potrà mai fare nulla per fermarlo… Una spirale dalla quale sembra impossibile uscire e la mancanza di apposite leggi non aiuto di certo. La conoscenza del fenomeno e dei meccanismi che lo innescano prima e alimentano poi, è il primo passo per non subirlo o per potersene liberare.