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Specchio delle mie brame

  • Anno: 2011
  • Pagine: 168
  • Collana: Parole d'altro genere
  • Formato: 13x21
  • ISBN cartaceo: 9788874870981
  • € 15.00
  • € 13.5

«È frequente che donne affermate, capaci, indipendenti economicamente, attraverso l’emersione di una passione amorosa, scoprano tutto un universo femminile a loro sconosciuto; sono queste le donne che, stupite e ignote a sé medesime, cercano un aiuto terapeutico che non annulli il senso del loro ritrovato mondo emotivo, ma piuttosto le aiuti a fare proprie quelle parti di sé che la passione amorosa ha fatto emergere in modo violento e incomprensibile […].

Seguono per Tullia mesi di dolore ma, diversamente
da altre esperienze, questo dolore, che pure è terribile, non la chiude al mondo, non diviene una corazza difensiva; l’esperienza amara del tradimento – e non stiamo affatto parlando del tradimento con un’altra, ma del tradimento dei propri valori, dei sogni, delle speranze che pensava condivisi, l’illusione amara del non essere vista – non l’annienta. Inizia per la paziente una fase depressiva, ma essa non cade in depressione. […]»

Esplorando il narcisismo femminile, argomento poco indagato nell’ottica dell’identità di genere, l’autrice sceglie il campo dell’esperienza amorosa, luogo in cui – per una donna – riaffiorano prepotentemente tutte le questioni del rapporto con la propria madre. Molto intrigante appare, in quel contesto, il tema della passione d’amore la quale, esplodendo in modo violento, riattiva tutto un mondo di emozioni legate al rapporto primario carente e pertanto soggetto a rimozioni e difese di varia natura.
Ma le emozioni travolgenti, proprie della passione d’amore, hanno anche una loro profonda valenza trasformativa. La passione è, dunque, una possibile via d’individuazione in quanto capace di ricondurre verso la pienezza dell’essere. Delle tre parti di cui si compone il libro, quella teorica mostra come il rapporto madre-figlia si costruisca, per lo più, sulla base degli elementi collettivi e come per questa ragione non produca una vera e propria soggettività. Il racconto del caso clinico, nella seconda parte, chiarisce come la passione, irrompendo nella vita della paziente, possa essere il motore del cambiamento e della crescita. Il commento al libro di Marcela Serrano, Il tempo di Blanca, testimonia, infine, come la protagonista, vittima di una passione fatale e distruttiva, non riesca a elaborare l’esperienza e perisca.

autore

Maria Cristina Barducci

Sono nata a Firenze, dove vivo e lavoro come psicoterapeuta. Laureata in Lettere e in Psicologia, sono membro didatta dell’AIPA e della IAAP, con incarichi sia formativi che organizzativi. Sono stata giornalista pubblicista, professore a contratto all’Università di Firenze e ho fatto formazione al Centro di Psicoprofilassi Ostetrica dell’Ospedale di Careggi di Firenze, approfondendo uno specifico filone di ricerca: l’identità femminile, le problematiche della maternità e la relazione madre-figlia, così come si sono andate configurando nel mito, nella storia e nella clinica, con particolare riguardo al setting al femminile e alle sue specificità. La mia formazione storica e letteraria ha trovato uno spazio di crescita proprio nella rilettura costante del pensiero junghiano, nella cura dell’immagine e nell’attenzione al pensiero simbolico. In tutti i miei lavori ho trattato tematiche relative alla soggettività della donna, cercando di coniugare riflessioni cliniche e teoriche di matrice psicodinamica con gli studi sul genere e con il «pensiero della differenza», con il proposito «politico» di contribuire a dare voce e significato alla soggettività femminile. Sono autrice del volume Il velo e il coltello (2006) e curatrice di Paradossi di maternità (2008). Per i tipi delle Edizioni Magi ho pubblicato il libro Specchio delle mie brame. Narcisismo femminile e passione amorosa (2011) e con Beatrice Bessi e Rita Corsa Vivere con Barbablù. Violenza sulle donne e psicoanalisi (2018).

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