La presenza di comportamenti autistici cristallizza la comunicazione e la relazione in interazioni rigide e ripetitive che impediscono la ricchezza di scambi emotivi negli incontri sociali.
La mancanza di empatia, che costituisce uno dei principali deficit del bambino autistico, rende difficile – e a volte quasi impossibile – l’attivazione nel genitore della dimensione di accudimento e contenimento, indispensabili al processo di crescita. Per imparare a rispondere ai bisogni del bambino, con tutti i limiti determinati dalla sua patologia, il genitore deve essere sostenuto in un approccio psico-pedagogico che lo aiuti a comprendere i comportamenti del bambino e a mettere in atto strategie adeguate.
Il Lausanne Trilogue Play clinico permette l’esplorazione degli schemi comunicativi all’interno della famiglia al fine di evidenziare le alleanze presenti e conoscerne il potenziale di sviluppo.
«Ciò che colpisce», sottolineano gli autori, «è la maggiore capacità che i genitori presentano quando entrano da soli in interazione con il bambino. Questo dato introduce interessanti riflessioni sul fatto che la difficoltà del bambino crea serie interferenze soprattutto nella relazione tra i vari membri della famiglia impedendo quella collaborazione che sarebbe, invece, indispensabile per far fronte ai problemi presenti».
Nella ricerca effettuata, l’osservazione delle interazioni familiari ha permesso di circoscrivere una modalità comunicativa all’interno di famiglie con la presenza di un bambino autistico, di sostenere i genitori nel compito educativo e di stimolare riflessioni importanti all’interno del processo terapeutico.