Trenta erano pochi,
l’ho capito a quaranta,
quaranta erano pochi,
l’ho capito a cinquanta
che non sono pochi
né più di cinquanta,
sarebbe un peccato capirlo a
sessanta…
però se faccio la prova del nove avanzano undici,
ne ho trentanove.
«Vale per uomini e per donne: le emozioni da mezza età appartengono a tutti. Il mio rimedio personale consiste sempre nel non oppormi, ma nell’assecondare il flusso dell’esistenza. Possiamo avviarci con entusiasmo verso nuove esplorazioni e nuove scoperte: la ricerca della giusta distanza dalle cose, da se stessi e dalla vita, attraverso la revisione di certi valori soggettivi, ci può regalare un nuovo e profondo senso di libertà. La consapevolezza di quanto abbiamo tralasciato, non goduto, trascurato, può trasformarsi in potente carburante per nuovi entusiasmi e inimmaginabili curiosità. La vita quotidiana ha più bisogno che mai di essere alleggerita e illuminata dalla fantasia che la spolveri di piccole magie. Anche io vedo persone anziane tranquille che se la spassano, […] superato il passaggio, divengono più consapevoli del loro amore per la vita; il tempo, così impreziosito, si dilata. Sono sempre ammirata nel vedere mia madre, ultrasettantenne, capace di godere profondamente di pochissimo».