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L’aggettivo patriarcale, soltanto in apparenza superato, visto che nei fatti si rivela più che mai attuale, significa di dominio del padre…
… Ancora oggi nel mondo gli uomini hanno bisogno dell’approvazione e dell’inclusione da parte dei loro simili, molto più che del dialogo con la propria compagna di vita. La donna si è sempre trovata in mezzo, come oggetto funzionale, corpo feticcio, conquista, preda, fattrice di figli, serva, musa, sogno irraggiungibile, madre infinita. Quasi mai per quella che era, donna in anima e corpo..
… Il richiamo forte è verso gli uomini che non sono né violenti né maltrattanti e verso quelli che stanno cambiando per scelta e si interrogano sulla propria forza e fragilità e sui propri limiti, affinché prendano distanza dal modello patriarcale e siano anche loro ad aprire nuovi orizzonti ai loro simili, partendo da sé e dai propri figli: maschi e femmine.
Sotto gli occhi di tutti e sotto il quasi totale silenzio mediatico – rotto solo dagli eventi estremi – esiste una vera emergenza sociale di abuso.
In questo libro – che non è contro i padri o contro gli uomini, ma contro un fenomeno che li riguarda: la violenza nei confronti delle donne – le autrici indagano l’ombra endemica della violenza di genere e lo fanno tramite alcune storie di separazione, esemplificative di migliaia di altre simili. Si delinea così sia il tipo di maltrattamento, non riconosciuto e addirittura gustificato, cui sono sottoposti i figli e le figlie di coppie separate in presenza di un uomo maltrattante sia quello che subiscono le loro madri, già provate da anni di vessazioni.
Ne deriva un quadro pesantissimo: esiste un maltrattamento di genere, quasi inconsapevole poiché inquadrato nel sistema collettivo e culturale più ampio – fatto di tradizioni, convenzioni, pensieri ed emozioni, ma anche istituzioni e leggi – che in Italia tutt’ora avvolge l’area del diritto di famiglia. E ne emergono alcuni aspetti ancora poco identificati, come per esempio una sorta di omertà verso l’uomo maltrattante – si spera inconsapevole e quindi modificabile – che alberga anche tra le donne, nelle istituzioni sanitarie, socio-educative e addirittura giuridiche dedicate all’infanzia e alla famiglia.