Gli autori si propongono di dare una risposta operativa e formativa a quanti intendono seguire un percorso di aiuto a favore di persone in difficoltà. Il manuale – che segue in collana il libro Reflecting. Un metodo per lo sviluppo del Sé – conferma l’animata concezione che alla terapia occorre una svolta. Non è accettabile che molti operatori siano convinti di possedere risposte per gli altri, di interpretare per gli altri, incoraggiare, indirizzare, dare consigli e considerare tutto questo terapia. La terapia deve abbandonare il protagonismo della parola usata per conoscere, liberare, condurre l’altro; quella parola-farmaco sulla quale si è costituita la sovranità terapeutica, che si propone di alimentare gli spazi di silenzio con domande e affermazioni, con spiegazioni e conclusioni. La persona, per il Recflector, non ha bisogno di un insegnante tecnico, di un interprete poliglotta, di una schiavitù segreta della propria psiche, di un’influenza esercitata da qualcuno su di lei, poiché necessita di una totale indipendenza nelle relazioni. Il Reflecting è un modo di porsi di fronte all’altro per fornirgli gli strumenti adatti alla riflessione. Il Reflector, infatti, non dà risposte, ma aiuta a riflettere.