Negli ultimi anni si sta assistendo a un interesse sempre più specifico verso l’applicazione clinica della psicologia in ambito ospedaliero, con metodologie e interventi mirati. L’apporto dello psicologo, al di là dell’intervento di tipo diagnostico e terapeutico, è mirato alla cura della «qualità di vita» del paziente ospedalizzato, del suo contesto relazionale ed è rivolto anche al personale medico e paramedico.
Nel volume vengono esaminati i protocolli già sperimentati (e già applicati in alcune strutture ospedaliere) e il ruolo che la psicologia può avere in area ginecologica. Gli autori (psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, ginecologi, chirurghi ginecologi, onco-ginecologi e bioetici) presentano con grande chiarezza le acquisizioni specifiche maturate sul campo, senza tralasciare alcun aspetto specifico dell’area ginecologica (il lavoro in corsia, protocolli di supporto chirurgico, l’area dell’oncologia ginecologica, aspetti di sessuologia, menopausa, bioetica e procreazione medicalmente assistita). Si tratta di un testo che affronta il vissuto ospedaliero nella consapevolezza delle difficoltà ancora presenti ma con la finalità di riportare la malattia, oggi altamente e solamente medicalizzata, a una dimensione «umana e personale». Per evitare che la tecnologia, la burocrazia, l’«efficienza» rendano il rapporto Sanità-Paziente un contratto per curare quella «macchina biologica» che è il nostro corpo, trascurando la sua intrinseca interdipendenza con la psiche e dimenticandosi dell’attenzione che dev’essere invece prestata alla «persona» nella sua globalità.