L’archetipo del monaco, la danza del sacro all’interno di ciascuno di noi, è una dimensione costitutiva della vita umana.
La psicologia del profondo e alcune forme dell’attuale religiosità si incontrano oggi su un terreno comune. L’Autore chiama quest’area spiritualità individuativa, che è uno spazio del sacro, contemporaneamente laico e confessionale, il raccordo fra i due mondi.
Recentemente alcuni teologi hanno cominciato a costruire un ponte nel punto esatto in cui gli psicologi del profondo erano all’opera sull’altra riva. Con o senza l’ausilio degli strumenti della psicologia, hanno offerto proposte innovative, che non sempre sono state accettate dalle gerarchie ecclesiastiche. Per le loro formulazioni «integrate», i teologi della spiritualità individuativa talvolta hanno pagato in prima persona con molte forme di emarginazione.
L’Autore presenta il pensiero e le vicissitudini dei cinque maestri che hanno elaborato costrutti teologici vicini ai principi della psicologia dinamica, in grado di concorrere a una definizione di sacro e di uomo più ampia e soddisfacente, una definizione analoga all’idea di completezza che si persegue nelle stanze della psicoterapia.
Panikkar, Küng, Fox, Drewermann e Boff sono forse gli apripista di un nuovo, affascinante modello di umanità?