A quanti si occupano di salute mentale e di lavoro con soggetti in condizione di sofferenza psichica, l’autore fornisce riflessioni su un modello di sviluppo emotivo-affettivo, che nasce dalla ricerca psicoanalitica, e su bisogni e modi di funzionamento della mente dentro la vita di relazione, in particolare dentro quelle relazioni in cui è richiesta la comprensione e la cura del dolore mentale.
Attraverso continui riferimenti alle opere di D.W. Winnicott, M. Klein, W. Bion, si delinea qui un modello formativo volto alla costruzione di attitudini mentali indispensabili per operare nel mondo del disagio mentale. La formazione orientata a dare contenimento, comprensione e sostegno non può non prevedere anche esperienze di contenimento e sostegno per gli operatori in formazione.
Come costituire una «base sicura» da cui si possa partire, per vivere processi integrativi e fronteggiare quindi meglio i vissuti di scissione, di frammentazione continua e di svalutazione a cui il lavoro con la sofferenza mentale espone?
La risposta è nell’assunto centrale del libro: non si dà cura se non ci si prende cura di se stessi. La via che viene indicata dall’autore è un tentativo di restituire la cura alla dinamica delle relazioni umane profonde.