«Ho conosciuto Palma all’inizio del 2011. Era una donna fragile e delicata, appena uscita da una lunga storia di anoressia e da un’odissea di ricoveri, anche lunghissimi, in varie strutture sia psichiatriche sia per disturbi dell’alimentazione. Oltre all’anoressia presentava una strana febbre quotidiana, senza cause apparenti, tanto che i medici di Milano l’avevano denominata “febbre psicosomatica”. Nel periodo in cui l’avevo conosciuta era depressa e tentava spesso il suicidio, finendo ricoverata in Psichiatria. Dietro la facciata di paziente psichiatrica, però, aveva talento: sapeva scrivere e comporre poesie, era colta e studiosa ed era estremamente brava a capire e a La farfalla per stampaconsolare i bambini malati. Infatti metteva a frutto questa capacità sia nel volontariato presso i reparti di Pediatria sia nello studio. Sono passati quattro anni, continuiamo a vederci ogni mese e a sentirci spesso al telefono. Adesso non tenta più di farla finita. Lavora, studia, fa volontariato ed è sempre impegnata nonostante sia costantemente afflitta da sintomi d’ansia, di depressione e di stanchezza cronica. Il suo carattere è ambivalente: nello stesso tempo è fragile e resistente, svogliata e volenterosa, umile e orgogliosa, vulnerabile e tosta, insicura e coraggiosa. Lei può contare su di me…».
dal Prologo di Attilio Insardà