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Nella psicologia junghiana la creatività riveste un ruolo centrale.
L’approccio al sintomo, e in genere alla malattia mentale, si concretizza infatti in una visione di ampio respiro che include, oltre alla descrizione psicopatologica, anche una ricerca di «senso» più profondo veicolato dal disagio. La ricerca di «senso», che va oltre l’interpretazione dei fatti psichici, dà il via al processo di individuazione che consente alla persona di diventare se stessa nonostante e al di là della propria sofferenza.
Il processo terapeutico è, in ultima analisi, lo strumento attraverso il quale l’individuo può entrare in contatto con il proprio potenziale creativo. In questo processo un posto centrale è riservato al simbolo. Grazie alla formazione di simboli, i germi creativi dell’inconscio diventano accessibili alla coscienza e passano da uno stato di «potenza» a uno di «atto», rendendo possibile lo sviluppo creativo della personalità.
L’autrice mette in luce alcuni aspetti essenziali della psicoterapia junghiana riguardanti il simbolo e, contemporaneamente, individua i nessi teorici che sono alla base delle riflessioni terapeutiche, dedicando un’attenzione particolare al rapporto tra formazione del simbolo e relazione analitica, transfert e controtransfert.