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Il gesto che racconta

  • Anno: 2007
  • Pagine: 264
  • Collana: Immagini dall'inconscio
  • Formato: 14.5x21
  • ISBN cartaceo: 9788874872190
  • € 24.00
  • € 22.8

Che cosa ha comportato l’introduzione del Gioco della Sabbia negli schemi tradizionali che da sempre hanno dato ordine alla relazione analitica? La trasformazione del setting ha stimolato una più acuta attenzione a certi temi classici, rinnovati dallo «spiazzamento» che porta a concepire il Gioco della Sabbia come uno strumento preverbale, da poter utilizzare all’interno di uno spazio codificato. Estraneo al setting tradizionale e invadente per la sua visibilità, il Gioco della Sabbia ha provocato riflessioni e confronti su tematiche condivise da chiunque si rivolga con interesse alla vita più segreta della psiche. I temi trattati nel volume, che raccoglie contributi di alcuni analisti junghiani, riguardano la funzione del setting, i primi incontri, l’elaborazione del controtransfert, la ridefinizione di «agito» e dell’ascolto analitico, il processo simbolico, l’attenzione al corpo del paziente e a quello del terapeuta, la relazione con i sogni. Due contributi presentano il punto di vista più attuale delle neuroscienze sulla memoria e relativamente alla percezione dell’altro, nonché la teoria di Wilma Bucci del Codice Multiplo, per l’osservazione della comunicazione emotiva del paziente. Il Gioco della Sabbia è stato introdotto da Dora Kalff, analista allieva di Jung. Gli elementi che costituiscono il Gioco della Sabbia sono: un contenitore dalle dimensioni standard che contiene sabbia, e un insieme di oggetti vari, dalle miniature che riproducono elementi della vita quotidiana, a elementi naturali (sassi, conchiglie, animali, acqua) a elementi «astratti» quali colori, paste lavorabili, ecc. Nel contenitore possono essere costruite scene con gli oggetti disponibili, ma anche solo con la sabbia, a scelta libera. Metodica molto duttile e ricca, il Gioco della Sabbia ha avuto nel tempo varie interpretazioni e usi, anche estranei alla terapia analitica.

curatori

Antonietta Donfrancesco

Psicoterapeuta, analista junghiana, membro ordinario dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), dell’International Association for Analytical Psychology (IAAP) e del Laboratorio Analitico delle Immagini (LAI), di cui attualmente è consigliere. Ha lavorato nel campo dell’handicap infantile, sviluppando ricerche ed esperienze su temi quali la formazione simbolica in relazione al corpo e alla sfera emotiva; si è poi specializzata nella terapia con adulti. Ha pubblicato articoli su riviste del settore come «Rivista di Psicologia Analitica», «Anima» e «The Journal of Analytical Psychology». Nell’ambito dei suoi interessi interculturali ha curato la traduzione e l’edizione italiana di due volumi dello psicoterapeuta giapponese H. Kawai (2004, 2007). Ha contribuito con suoi scritti a volumi collettanei fra cui Giochi antichi, parole nuove. Il Gioco della Sabbia nel campo analitico (2002). Vive e lavora privatamente a Roma.

Michele Angelo Venier

Analista junghiano, psicoterapeuta, membro ordinario dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), dell’International Association for Analytical Psychology (IAAP) e del Laboratorio Analitico delle Immagini (LAI) di cui attualmente è segretario. Ha compiuto anche studi di composizione musicale informatica. Ha operato nel campo della cura e riabilitazione psichiatrica prima e dopo la legge 180, occupandosi anche di epidemiologia psichiatrica, di ricerca e razionalizzazione psicofarmacologica, di psicologia del diabete e di psicologia delle organizzazioni, ambiti nei quali ha ricoperto anche incarichi di formazione in Italia e all’estero. Ha pubblicato vari articoli su riviste specializzate, il volume Stagioni (1977) e il capitolo «Vedendo parole ascoltando immagini. Primi incontri e prime sabbie» nel libro collettaneo Giochi antichi, parole nuove. Il Gioco della Sabbia nel campo analitico (2002). Lavora privatamente a Porcia (Pn) e Udine.

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