Il cerchio danzato e il mandala, che è una sua raffigurazione, diventano il simbolo della buona pratica educativa, intesa come relazione dialogica e costruzione condivisa di significati in continuo divenire.
Queste pagine ci raccontano di una nuova possibilità di considerare la formazione degli insegnanti e di tutti coloro che prendono parte a un’esperienza di apprendimento che coinvolge e integra ogni parte di sé e che si realizza grazie alla relazione con gli altri. Ci raccontano, quindi, della necessità di una trasformazione culturale e lo fanno a partire dalla narrazione di un’avvincente ricerca centrata su percorsi di danze circolari condotti presso un’università brasiliana. Si tratta di un approccio originale, in cui creatività, poesia, arte e spiritualità si intrecciano.
Ma come mai proprio la danza e, in particolare, le danze in cerchio?
Come ci ricorda l’Autrice, il danzare circolarmente, proprio di molte danze popolari, è testimoniato in ogni latitudine e fin dai tempi antichissimi e originariamente aveva un profondo significato di relazione con il sacro e con la trascendenza. Ancora oggi mantiene la sua valenza simbolica e rimanda all’idea di danza come pratica collettiva che connette i danzatori tra loro e, parallelamente, li riconnette all’universo. Nella forma, nel gesto, nella musica, invita a entrare in contatto con dimensioni sconosciute e apre all’incontro con l’altro, con la molteplicità fuori e dentro di sé.