L’individuazione di una serie di fattori negativi nell’infanzia permette di segnalare il bambino a rischio depressivo nell’età adulta. Data l’organizzazione di personalità relativamente strutturata di un bambino, psicologicamente duttile e malleabile, la precoce individuazione del disturbo facilita l’organizzazione di interventi terapeutici e ne aumenta l’efficacia. L’autore – senza trascurare l’interazione dinamica tra il versante biologico e quello psichico, e sottraendosi all’univoca e sicuramente riduttiva chiave di lettura proposta dalla «psichiatria biologica» – analizza le caratteristiche temperamentali del bambino, i tratti di personalità dei genitori e alcune particolari condizioni familiari depressogene, per poi esporre la validazione statistica degli scenari evolutivi analizzati. Le variabili ottenute rappresentano un valido ausilio nella pratica clinica per uno screening in età evolutiva del rischio depressivo.