Le immagini e le parole riguardano le cose a cui si riferiscono, ed è attraverso di loro che le cose sono trainate nel nostro mondo.
Gli autori di questo volume si inoltrano nell’al di là della parola per toccare, attraverso le «immagini-corpo» delle produzioni di soggetti psicotici, la complessità delle trame emozionali messe in scena. Un sodalizio rivelatosi naturale tra due metodi che esaltano il valore dell’immagine nel processo che distingue l’individuo dall’indistinzione iniziale da cui proviene.
Si tratta del Gioco della Sabbia e del Disegno Speculare Progressivo Terapeutico. Nel farsi dell’immagine passando per il gesto, si recuperano sia le emozioni legate ad avvenimenti traumatici, sia le potenzialità rimaste sopite nell’atteggiamento dominante della coscienza.
Tramite questa esperienza è possibile cogliere più distintamente quel «fare» simbolico proprio della psiche. «Nulla è più commovente del sentire vibrare le emozioni fondanti il nostro esistere, nelle parole che credevamo sorde e mute agli affetti, nelle parole di chi credevamo per sempre prigioniero in un’esistenza che non è. Ciò comporta una quota di autentico dolore psicoterapeutico: il processo di trasformazione di emozioni pietrificate in carne viva di relazioni affettive non è mai indolore», recitano gli autori nell’Introduzione. Di questa commozione e di questa sofferenza è intessuto questo libro, che rappresenta anche un omaggio ai maestri: Gaetano Benedetti, autore tra i più frequentati da chi si confronta con le psicoterapie delle psicosi; Paolo Aite, Nino Lo Cascio e Giuseppe Maffei, tre padri fondatori dello junghismo italiano; e poi Eugenio Borgna, capace di far sentire tangibile e incredibilmente semplice la possibilità di relazione con lo psicotico.
Contributi di: Paolo Aite, Gaetano Benedetti, Livia Crozzoli Aite, Luciana De Franco, Antonino Lo Cascio, Giuseppe Maffei, Francesca Maschiella, Francesco Porseo, Erika Scarponi.