Se riusciremo a capirlo, a giudicarne l’utilità e a prendere nota dei suoi limiti, potremo trasferirci al di là del fato, se questo è ciò che veramente desideriamo
La gente si sente oggi sempre più spesso afflitta dalla sensazione di non poter migliorare le cose. Si sente impotente, repressa, qualche volta addirittura ingannata, comunque rassegnata. In una parola, fatalista. Margaret Visser esamina le ragioni di questo fenomeno e indaga sul significato del fato, interrogandosi sulle cause della nostra così forte propensione a crederci e ad accettarlo. È un percorso affascinante che ha inizio nell’antica Grecia, con il filo tessuto dalle Parche e la concezione geometrica del destino (concezione ancora oggi radicata in modo molto forte nell’immaginario collettivo: le linee zodiacali, la lettura delle linee della mano, ecc.) e che ci conduce – attraverso avvincenti esempi dei modi in cui il fato si manifesta nella vita di tutti i giorni – alle soglie del XXI secolo. Perché proprio nella società odierna, nonostante i secoli dedicati dall’uomo all’affrancarsi dalle Furie, l’autrice individua forti segni che fanno pensare a un ritorno al fatalismo. Come pensare e reinterpretare il fato oggi? Il libro propone una quantomai originale, attuale e provocatoria prospettiva – sia individuale che sociale – della vita moderna.