Bambini in ostaggio. Recensione su Ondif (Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia)
Impossibile non condividere l’accorato appello delle autrici, destinato in primo luogo alle coppie di genitori in via di separazione, a tenere i propri figli salvaguardati dalle conseguenze scellerate delle proprie scelte di vita.
Nel volume questo viene proposto grazie al più semplice ed efficace dei sistemi: attraverso l’esemplificazione dei casi già vissuti e sperimentati, ove la raccomandazione che emerge dalle parole delle esperte va sempre nel segno di una soluzione pacifica e condivisa delle crisi relazionali.
In un caso è un nonno a farsi voce autorevole e a costringere i genitori ad aprire gli occhi sulle proprie responsabilità, di fronte alla cecità degli stessi rispetto ai danni che possono essere arrecati ai figli; in un altro caso è la maestra – nell’ambito del linguaggio metaforico e simbolico della fiaba – a costringere i genitori a recarsi da un esperto per, finalmente, prendere atto di una semplice regola: si può smettere di volersi bene, non si può mai smettere di essere genitori.
Se non fosse già chiaro il bene contingente ed attuale per il proprio figlio, occorre riflettere attentamente sui rischi evolutivi che la perdurante esposizione al conflitto può comportare nel medio e lungo periodo. Il bambino potrebbe evolvere in forme di acuta intransigenza, intrattabilità, potrà costruire relazioni basate solo su dinamiche di potere, dando seguito ad una scellerata catena di ripetizione di modelli negativi.
Il libro aiuta a riflettere su quanto tutto ciò dipenda dalle scelte degli adulti: ai bambini non è stato chiesto di venire al mondo, men che meno si può chiedere loro di riparare al danno della scissione della coppia genitoriale, è un compito che spetta agli adulti, prestando attenzione ad evitare accuratamente le ripercussioni sui figli.